Zorki 1E
Zorki 1E 1956
Durante la Seconda Guerra Mondiale, l’azienda FED, produttrice di macchine fotografiche, ha dovuto abbandonare i suoi impianti per scappare dall’avanzata delle truppe tedesche. Alla fine della guerra ha avuto difficoltà a rimettere in produzione le sue copie della Leica 35mm, così si è unita all’azienda KMZ, che aveva ancora in attività una sede vicino Mosca.
KMZ insieme a FED produsse circa 2,000 esemplari di FED/Zorki Camera nel 1948/49. Una volta che FED tornò in produzione autonoma, KMZ continuò a produrre le macchine fotografiche sotto il marchio Zorki.
In circa 20 anni di produzione furono apportate varie modifiche e realizzati diversi modelli. A partire dalla Zorki 1A del 1948, passando per le Zorki 1B, 1C, 1D, 1E, per arrivare fino alla Zorki 2 prodotta dal 1954 al 1956.
La macchina presente nella mia collezione è una Zorki 1E, realizzata nel 1956, ultimo anno di produzione di questo modello. La particolarità di questa macchina è che ne furono realizzate “solo” 34,377 nell’ultimo anno di produzione, rispetto alle 204,000 dell’anno precedente. Questa relativa scarsità la rende più rara rispetto alle gemelle dei due anni precedenti.
La differenza con le precedenti è solo nel numero seriale: le precedenti hanno 7 numeri seriali, mentre quelle realizzate nell’ultimo anno ne hanno 8. Questa riporta il seguente: N° 55217576.
Il logo “Zorki” è inciso in cirillico sulla parte superiore del viewfinder. Il tempo di esposizione è selezionabile sulla ghiera superiore e va da B (Bulb) ad un massimo di 1/500 di secondo. L’attacco per le lenti (intercambiabili) è a vite M39.
La messa a fuoco avviene tramite telemetro, ovvero un funzionamento basato sulla collimazione tra l’angolazione del prisma ottico del telemetro e la messa a fuoco dell’obiettivo.
Guardando nel mirino del telemetro (numero 1), posto a sinistra del viewfinder (numero 2), l’immagine inquadrata si vede sdoppiata. Questo accade perché sono visibili sia la ripresa del primo mirino del telemetro (numero 3), posto davanti a quest’ultimo, sia la ripresa del secondo mirino del telemetro (numero 4), caratterizzato da una lente gialla che, grazie ad un prisma ed uno specchio semitrasparente, restituisce la seconda immagine, sempre nello stesso mirino del telemetro.
Segui lo schema in foto: le due linee rosse rappresentano le proiezioni dell’oggetto inquadrato sulle due lenti del telemetro (3 e 4).
Dietro la lente gialla (4) è presente il prisma che ruota al variare della messa a fuoco dell’obiettivo. Grazie a questo prisma ed allo specchio semitrasparente, posto dietro la lente azzurra (3), nel mirino del telemetro saranno visibili le due immagini sovrapposte.
Quando le due immagini sono perfettamente sovrapposte, grazie alla variazione della messa a fuoco sull’obiettivo, la messa a fuoco è precisa.
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